La Sfida Idrica Europea

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Durante l’estate appena tra- scorsa, il Mediterraneo oc- cidentale è stato colpito da episodi di siccità che hanno

avuto un impatto significativo sui cor- si d’acqua e sulla produttività agrico- la. Nello stesso periodo, l’Italia è stata interessata da allagamenti causati da piogge torrenziali. Nonostante i dati forniti dal sistema di monitoraggio sa- tellitare Copernicus indichino una par- ziale ripresa in molte di queste aree, a partire da luglio è ritornato l’allarme per la siccità in gran parte del conti- nente.

“La scarsità d’acqua è una delle sfide che stiamo già affrontando – spiega Oliver Loebel, segretario generale di EurEau, un’associazione con sede a Bruxelles che rappresenta gli opera- tori nel settore delle acque potabili e reflue di 32 Paesi – Ci sono due fattori da considerare: la riduzione generale delle precipitazioni e i periodi di siccità più prolungati, occasionalmente inter- rotti da piogge intense”. Tuttavia, no- nostante i rischi che questa situazione comporta per l’agricoltura, l’industria e i cittadini europei, esiste ancora un divario tra l’entità del problema e le misure e la legislazione attualmente in vigore.

L’Europa vive una crisi di disponibilità idrica da almeno un decennio, ma solo ora sta iniziando a confrontarsi con questa sfida, dichiara Loïc Charpentier di Water Europe, un’organizzazione che riunisce grandi utenti dell’acqua, amministrazioni locali, centri di ricerca e molte altre parti interessate per mi- gliorare il settore idrico. “Il problema principale al momento è che l’acqua sfugge all’attenzione dei politici,” ag- giunge. Per affrontare completamente questa problematica, sarà necessario rivedere profondamente il modo in cui la società utilizza le risorse idriche.

Secondo un rappresentante della Commissione europea, le azioni pro- poste includono l’adozione di pratiche sostenibili, il riutilizzo dell’acqua in agricoltura, e il ripristino della vege- tazione e delle aree danneggiate. Allo stesso tempo, l’Europa dovrà essere pronta a fronteggiare potenziali in- terruzioni nel trasporto merci, nella produzione di energia idroelettrica e nel raffreddamento delle centrali elet- triche. In aggiunta, al fine di garantire la qualità dell’acqua potabile, sarà im- portante incentivare l’uso responsabile dell’acqua nelle residenze e sviluppare ulteriori infrastrutture per l’approvvi- gionamento idrico e la sua conserva- zione.

UNA LEGGE POCO APPLICATA

A partire dal 2000, l’UE è dotata di una politica per la salvaguardia delle sue ri- sorse idriche, nota come Direttiva qua- dro per le acque (Water Framework Di- rective). Questa politica pone l’accento principalmente sulla salute dell’acqua, inclusi i livelli di inquinamento, e im- pone agli Stati membri di elaborare e attuare piani di gestione dei bacini flu- viali – assieme a piani di reazione alla siccità nelle zone più vulnerabili.

Secondo il rappresentante della Com- missione, tale legislazione rappresenta il principale strumento dell’UE per indi- rizzare le politiche mirate a contrastare la scarsità d’acqua e la siccità. Tutta- via, Bruxelles dispone di autorità solo sulla qualità dell’acqua e non sulla sua quantità. Inoltre, benché la Commissione europea abbia giudicato sufficien- te la legislazione durante la revisione del 2019, ha riconosciuto che esiste “spazio per miglioramenti”

rispetto alla sua attuazione e agli in- vestimenti.

“Sotto il profilo della realizzazione e dell’applicazione, si stanno ancora se- guendo spesso approcci convenzio- nali anziché adottare un cambiamento di paradigma attraverso l’effettiva im- plementazione della Direttiva quadro per le acque”, spiega Sergiy Moroz, re- sponsabile delle politiche per la biodi- versità e l’acqua presso l’ONG Europe- an Environmental Bureau. “Dobbiamo assicurare il finanziamento necessa- rio e la volontà politica per attuarla correttamente” aggiunge.

Nel frattempo, gli sforzi per integrare la conservazione dell’acqua nelle po- litiche dell’UE hanno incontrato diffi- coltà. A luglio, per esempio, i membri del Parlamento europeo hanno votato a favore di un allentamento delle clau- sole sull’efficienza idrica all’interno della direttiva sulle emissioni indu- striali. Attualmente in fase di finaliz- zazione, questa legge copre soltanto il settore agricolo, nonostante l’indu- stria consumi da sola la metà dell’ac- qua dolce in Europa – come riportato dalla FAO Aquastat. Senza una consi- derazione del ruolo dell’acqua e della necessità di efficienza nel settore in- dustriale, c’è il rischio che la questione dell’efficienza idrica venga trascurata, avverte Charpentier.

RIUTILIZZO NELL’INDUSTRIA

Secondo Jurgita Malinauskaite, re- sponsabile della Brunel Law School, le imprese sono chiamate a rivedere il loro modo di operare adottando un approccio circolare.

“È essenziale riflettere accuratamente su come preservare l’acqua dolce e su come recuperare, riutilizzare e riciclare le acque reflue, seguendo i principi dell’economia circola- re – afferma Malinauskaite – Tuttavia, al momento, questa prospettiva è ancora carente”.

In Europa, esistono già progetti che si concentrano su que- sta tematica. Ad esempio, un’iniziativa finanziata dall’UE, iWays, sta esplorando nuove soluzioni per il recupero di acqua, materiali e calore nei processi industriali. Questo potrebbe portare a vari vantaggi, tra cui una riduzione del consumo di acqua dolce dal 30% al 60%.

Nel frattempo, si spera che combinando energia solare e agricoltura si possa aiutare il territorio, fornendo ombra alle colture e catturando l’acqua. L’azienda BayWa r.e. sta già esplorando questa idea unendo produzione energetica e raccolta dell’acqua piovana. L’azienda sta inoltre testando l’uso di impianti solari galleggianti sui laghi per ottimizzare lo spazio e ridurre l’evaporazione – potenzialmente tra il 30% e il 60%.

RIVALUTAZIONE DELL’USO

Oltre alle leggi europee, anche gli ecosistemi giocano un ruolo fondamentale nella regolazione delle risorse idriche. Ad esempio, le zone alluvionali agiscono come delle spugne, aiutando a mitigare l’impatto delle inondazioni, ma solo se sono in condizioni ottimali. In questo contesto, la bozza di legge sul Ripristino della Natura potrebbe offrire supporto, poiché si concentra sul ripristino degli ecosistemi mediante azioni di protezione e recupero delle zone degradate. Tutta- via, l’efficacia di queste iniziative, come nel caso della Diret- tiva quadro per le acque, dipenderà dalla corretta attuazione da parte dei paesi dell’UE.

È essenziale che l’Europa esamini con attenzione le proprie strategie di produzione alimentare, afferma Loebel. “Do- vremmo riesaminare le colture che coltiviamo e valutare la pertinenza di mantenere l’agricoltura in specifiche regioni – considerando naturalmente le conseguenze sociali possibi- li. Comprendo che questa scelta non sia semplice, non può essere elusa”.

Esiste una preoccupazione evidente riguardo all’impatto dell’irrigazione in alcune regioni. Ad esempio, nella zona di Doñana in Spagna, nonostante sia permessa un’irriga- zione limitata, molti agricoltori ricorrono all’uso di pozzi il- legali per raggiungere le riserve sotterranee. In risposta, il governo centrale ha intensificato i propri sforzi, chiudendo 220 pozzi illegali in una sola settimana, come riportato da Reuters. Inoltre, l’intenzione delle autorità locali di allentare ulteriormente le restrizioni sull’irrigazione ha suscitato ap- prensione, dato il persistente periodo di siccità che la zona sta attraversando.

COOPERAZIONE PER IL FUTURO

Mentre cresce la competizione tra i fruitori dell’acqua, stan- no emergendo parallelamente anche casi di collaborazione. Attualmente, si tratta principalmente di scambi volontari, ma Loebel ritiene che vi sia anche una volontà di spinger- si oltre, in parte motivata dalle preoccupazioni legate alla scarsità delle forniture idriche.

“La carenza d’acqua è in parte un problema a livello na- zionale, ma si espande a livello transfrontaliero quando il bacino fluviale è condiviso tra diverse nazioni. Ritengo che sarebbe opportuno stabilire un meccanismo obbligatorio di cooperazione, in modo che questa risorsa limitata possa essere condivisa equamente tra gli utilizzatori sia a monte che a valle delle acque superficiali” spiega, suggerendo che questa azione potrebbe essere guidata da Bruxelles.

Con l’attuale Commissione europea che si avvia verso la conclusione del suo mandato in previsione delle elezioni eu- ropee del 2024, Charpentier vede con favore l’idea di una strategia illuminata sull’acqua per il prossimo mandato del- la Commissione. Tale strategia si propone di potenziare la sicurezza, la resilienza e la sostenibilità delle risorse idriche.

Publicato a RECOVER Magazine, Settembre 2023

Featured Image caption: The Combined Drought Indicator (CDI), based on a combination of indicators of precipitation, soil moisture, and vegetation conditions, for mid-August 2023. Joint Research Centre (JRC)